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Come tanti altri tipi di frutta secca, anche le nocciole sono originarie dell'Asia. Sono arrivate in Europa ben diecimila anni fa, più o meno alla fine dell'ultima glaciazione. Da allora, gli alberi di nocciolo sono cresciuti abbastanza spontaneamente nel bacino del Mediterraneo, finché, alla fine dell'Ottocento, è iniziata la coltivazione vera e propria della pianta. Utilissima in cucina, sia nelle preparazioni dolci che salate, la nocciola è un frutto croccante, aromatico, capace di rendere speciale qualsiasi ricetta. Ridotte in farina,... le nocciole sono perfette per la preparazione di prodotti da forno, come pane e torte. Tostate e consumate intere, oppure sbriciolate per arricchire un dolce al cucchiaio o una zuppa autunnale, le nocciole migliori, come quelle che Ventura seleziona con cura, contengono grassi e proteine vegetali, vitamine (in particolare, quelle del gruppo B, come la Tiamina e la B6, e la Vitamina E). Inoltre, le nocciole contengono preziosi sali minerali, come Rame e Manganese.
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in 100g di prodotto | AGR* | |
Energia | 2699kJ / 654kcal | 33% |
Grassi | 61g | 87% |
di cui grassi saturi | 4,5g | 22% |
di cui monoinsaturi | 46g | |
di cui acidi grassi polinsaturi | 7,9g | |
Carboidrati | 7,0g | 3% |
di cui zuccheri | 4,3g | 5% |
Fibre | 9,7g | |
Proteine | 15g | 30% |
Sale | 0,0g | 0% |
Vitamina E | 15mg | 125% |
Vitamina K | 14mcg | 19% |
Tiamina (B1) | 0,6mg | 58% |
Vitamina B6 | 0,6mg | 40% |
Acido folico (B9) | 113mcg | 57% |
Potassio | 680mg | 34% |
Fosforo | 290 | 41% |
Magnesio | 163mg | 43% |
Ferro | 4,7mg | 34% |
Zinco | 2,5mg | 25% |
Rame | 1,5mg | 150% |
Manganese | 4,5mg | 225% |
* La % si riferisce agli apporti necessari per un adulto medio (8400 kJ/ 2000 kcal) |
Il nocciolo comparve in Asia Minore in epoca preistorica. Per questo motivo, il nocciolo è considerato come una delle piante più antiche ancora in coltivazione. In Europa, si è diffuso al termine dell'ultima glaciazione, ben 10000 anni fa.
La coltivazione professionale del nocciolo nasce nel bacino del Mediterraneo a fine Ottocento.
Oggi, la produzione è concentrata in Turchia, Italia, Spagna, Grecia e Francia. Negli ultimi decenni, si sta estendendo anche in America del Sud, soprattutto in Cile e Argentina, e nei Paesi dell'ex-Unione Sovietica, in particolare in Georgia.
La Turchia è il primo produttore mondiale di nocciole. La Comunità Europea ha riconosciuto la qualità superiore delle nocciole italiane, attribuendo il marchio IGP, Indicazione Geografica Protetta, sia alla Nocciola del Piemonte che a quella di Giffoni.
L'albero di nocciolo cresce spontaneamente. Il nocciolo è un arbusto molto adattabile, non teme il freddo invernale e cresce bene dalla pianura alla collina fino a circa 1300 metri di altitudine, tollerando diversi tipi di terreno, purché non troppo umidi.
Distinguendosi da altri alberi da frutto, il nocciolo fiorisce in pieno inverno. I fiori maschili, più appariscenti, sono costituiti da lunghi filamenti che si formano in estate sui rami più giovani. In inverno liberano una gran quantità di polline che il vento trasportato sui fiori femminili, sempre sulla stessa pianta, piccoli ma dal colore rosso vivo, nascosti all'interno delle gemme.
Una volta avvenuta la fecondazione, inizia la formazione del frutto, che termina nei mesi di agosto-settembre. La raccolta si esegue quando i frutti ormai maturi tendono a staccarsi e cadere, mentre la coroncina di foglie che li avvolge si dissecca.
Le nocciole sono uno dei frutti più tradizionali in Italia. Il nocciolo viene coltivato soprattutto in Campania, Piemonte, Lazio e Sicilia.
La principale varietà da frutta è la Corylus avellana, una specie che in Italia cresce anche spontaneamente.
Esistono diverse varietà di nocciole di origine locale. Le più conosciute sono la Tonda Gentile delle Langhe, la Tonda Gentile Romana e la Tonda di Giffoni.
Le nocciole vengono consumate sbucciate come frutta secca. ma vengono anche utilizzate ampiamente dalle industrie alimentari come ingrediente per dolci, torte, biscotti, pani, gelati e cioccolatini.
Non a caso, sono l'ingrediente principale nella produzione della pasta gianduia piemontese e dei caratteristici cioccolatini conosciuti come gianduiotti.
SIMBOLO DELL'ETERNITA'
Nell'antichità, il nocciolo era considerato il simbolo dell'eternità, della giovinezza, della salute e della gioia. Ancora oggi, questa simbologia è particolarmente sentita nei Paesi dell'Estremo Oriente, soprattutto in Cina e in Giappone, dove il nocciolo è molto diffuso perché, con il suo strano portamento a cespuglio, si inserisce armonicamente nello stile dei giardini locali.
IL NOCCIOLO, UN ALBERO MAGICO
Fondamentale per l'economia contadina, il nocciolo per secoli è stato guardato con rispetto e circondato da un alone di magia, dato che si immaginava fosse luogo privilegiato per i sabba, gli incontri delle streghe.
Un ramo di nocciolo, reciso con un coltello mai usato, serviva ai maghi per evocare i morti, mentre ancora oggi è utilizzato dai rabdomanti per localizzare una sorgente d'acqua. Nel medioevo inoltre si pensava di guarire l'epilessia appendendo al collo del malato un guscio di nocciola nel quale si tenesse prigioniero un ragno.
IL NOCCIOLO COME ARMA
Il nocciolo ha rami molto flessibili, che sono stati utilizzati fin dai tempi preistorici per formare manufatti utili all'uomo, come gli archi. Il legno di nocciolo era anche considerato la difesa più sicura contro le serpi o tutto quello che strisciava, motivo per cui era spesso usato dai pastori come bastone.
LA CREMA GIANDUIA
Agli inizi del XIX secolo i pasticceri torinesi inventarono il gianduia, costituito da farina di nocciole con il 15-20% di cacao. In quel periodo Napoleone bloccò l'importazione di prodotti dell'industria britannica e delle sue colonie, quindi i torinesi cominciarono a miscelare il cacao, divenuto quasi introvabile, con la più economica nocciola.
LA RICCHEZZA DI NAPOLI
Fino alla metà dell'Ottocento dal porto di Napoli venivano esportate nocciole in Francia ed in Olanda. Era un prodotto così importante che nell'antico Regno napoletano esistevano uffici speciali per la misurazione dei frutti secchi dalla fine del Seicento.