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Cosa c'è di più esotico e appetitoso di un morbido dattero? Simbolo di fertilità fin dall'antichità e ampiamente diffusi nel bacino del Mediterraneo, i datteri sono tra i frutti disidratati più noti e apprezzati, dominatori delle tavole imbandite, soprattutto durante le festività natalizie. In realtà, i datteri possono essere ampiamente utilizzati anche in altre occasioni. Contengono interessanti percentuali di zuccheri naturali: allora, perché non consumarli al posto delle tradizionali caramelle? Ventura seleziona e conserva... accuratamente solo i datteri migliori, preservandone caratteristiche organolettiche e virtù nutrizionali. I datteri sono naturalmente privi di sale e contengono fibre alimentari vegetali e sali minerali, come Potassio e Rame. Golosi e ricchi di sapore, da soli o abbinati con altri tipi di frutta secca ed essiccata, i datteri possono essere aggiunti a qualsiasi piatto, dal muesli della colazione al dessert del dopocena.
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in 100g di prodotto | AGR* | |
Energia | 1260kJ / 297kcal | 15% |
Grassi | 0,4g | 1% |
di cui grassi saturi | 0,0g | 0% |
Carboidrati | 67g | 26% |
di cui zuccheri | 63g | 70% |
Fibre | 8,0g | |
Proteine | 2,5g | 5% |
Sale | 0,0g | 0% |
Potassio | 656mg | 33% |
Rame | 0,2mg | 21% |
Sodio | 2,0mg | |
* La % si riferisce agli apporti necessari per un adulto medio (8400 kJ/ 2000 kcal) |
In Nord Africa, Arabia e Persia, vengono coltivate a scopo commerciale centinaia di varietà di datteri. In genere, i datteri vengono fatti essiccare: è un procedimento che aumenta la concentrazione degli zuccheri. Così facendo, i frutti diventano più dolci e e possono essere conservati più a lungo, tanto da restare a disposizione tutto l'anno.
Alcune varietà di datteri, la Berhi e la Hiann, vengono commercializzate fresche.
I datteri secchi sono scuri e grinzosi, con una forma oblunga e irregolare, mentre quelli freschi sono lisci e perfettamente cilindrici.
I datteri possono essere consumati da soli, nei dessert, in accompagnamento a formaggi saporiti o come ingredienti per la produzione di un particolare tipo di miele e di alcuni alcolici derivati dalla loro fermentazione, come l'arrak.
La palma da datteri (Phoenix dactylifera) è una pianta della famiglia delle Arecaceae originaria del Nord Africa e del Medioriente, dove è protagonista della vegetazione tipica delle oasi. La sua coltivazione risale a più di 4000 anni fa, nella fertile pianura della Mesopotamia tra il Tigri e l'Eufrate. È una pianta conosciuta sin dall'antichità tra gli Egizi, i Cartaginesi, i Greci, i Romani e i Berberi per i suoi frutti dolcissimi chiamati datteri.
Per gli Egizi, la palma era simbolo di fertilità. I Cartaginesi la ritenevano così importante da raffigurarla sulle loro monete e sui monumenti.
Le popolazioni greche e latine, invece, usavano la palma come ornamento nelle celebrazioni solenni. Nella tradizione cristiana, la palma è un simbolo di pace e ricorda l'entrata di Gesù a Gerusalemme.
La maggiore diffusione della palma da dattero avviene nel Medioevo grazie agli arabi, che la portarono nelle regioni calde del sud Europa e dell'est della penisola iberica.
Oggi, la palma da dattero è coltivata anche in Arabia, nel Golfo Persico, nelle Isole Canarie, nel Mediterraneo settentrionale e nella parte meridionale degli Stati Uniti.
In Italia, la palma è diffusa nelle regioni meridionali del Paese e, in particolare, in Sicilia, a Palermo, come pianta ornamentale.
La palma ha una silhouette estremamente riconoscibile e famosa: un tronco slanciato che può raggiungere i 30 metri di altezza coronato da una fitta chioma di rigide fronde grigio-verdi, lunghe circa tre metri.
La palma da dattero produce una enorme quantità di frutti: il dattero si forma su grandi spighe cariche e ramificate, ognuna in grado di portare da 200 a 1000 frutti che arriva a pesare anche 15 kg.
Ogni palma può produrre fino a 270 kg di datteri l'anno. La raccolta avviene nei mesi di agosto e settembre. Nel caso di alcune varietà, si effettua anche più tardi, verso ottobre e novembre.
Le varietà di dattero più pregiate sono il Medjoul, un tipo di dattero più grande e morbido, e il Deglet nour, il più conosciuto e diffuso sul mercato.
Tra le varietà di dattero c'è anche quella definita da amido, dalla quale si ricava il cosiddetto "pane del deserto", che rappresenta uno degli alimenti fondamentali dei beduini.
UN DITO DI DOLCEZZA
La parola dattero proviene dal greco daktilos che significa dito. Non a caso, la forma del dattero ricorda una falange umana.
INGREDIENTE ANTICO
I romani utilizzavano i datteri per aromatizzare il vino, per fare dolci, e -in seguito a fermentazione - per produrre bevande alcoliche. Nei ricettari medievali e rinascimentali, i datteri erano impiegati come frutto da servire a a fine pranzo e come ingrediente fondamentale di ricette più complesse, dolci e salate.
LA PRIMA PIANTA COLTIVATA
Pare che la palma da dattero sia la prima pianta coltivata dall'umanità.
In Egitto, era apprezzata per i suoi frutti energetici. I romani usavano donare un ramo di palma agli attori più bravi, agli aurighi e ai gladiatori, attribuendo valori simbolici di onore e vittoria a questa pianta che, pur gravata dal peso consistente dei suoi frutti, non si piega, ma, anzi, si erge fieramente verso l'alto.
UNA PIANTA AMATA NEL MEDIORIENTE
La palma da datteri è menzionata ben diciassette volte nel Corano.
Ancora oggi, è molto apprezzata dalle popolazioni indigene per i suoi molteplici impieghi: i suoi frutti sono chiamati nettare del deserto, perché sostengono i beduini nelle traversate del deserto. Le sue foglie sono utilizzate per costruire capanne, panieri, cordami, cappelli e stuoie.