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L'albicocca è un frutto tipicamente estivo, ampiamente diffuso nel bacino del Mediterraneo fin dall'antichità. A guardarlo, stimola subito l'acquolina, grazie alla sua profumata e delicata buccia dai colori solari. La sua polpa succosa e zuccherina è una prelibatezza amata da grandi e piccini. L'albicocca essiccata possiede proprietà nutrizionali utili in una dieta varia ed equilibrata, come quella di sportivi e amanti della vita attiva. Contiene pochi grassi, zero sale, vitamine (come la Vitamina A, che ha proprietà antiossidanti), fibre... vegetali (amiche dell'equilibrio intestinale) e sali minerali, come il Potassio, utile per favorire una buona contrazione muscolare e per allontanare il sopraggiungere di fastidiosi crampi. Le migliori albicocche essiccate, come quelle accuratamente selezionate da Ventura, possono essere consumate in qualsiasi periodo dell'anno, come snack o per arricchire piatti dolci e salati. Una curiosità: per tradizione, gli himalayani Hunza, la popolazione più longeva della Terra, consuma proprio abbondanti quantità di albicocche secche.
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in 100g di prodotto | AGR* | |
Energia | 1076kJ / 254kcal | 13% |
Grassi | 0,5g | 1% |
di cui grassi saturi | 0,0g | 0% |
Carboidrati | 55g | 21% |
di cui zuccheri | 53g | 59% |
Fibre | 7,3g | |
Proteine | 3,4g | 7% |
Sale | 0,0g | 0% |
Vitamina A | 1081mcg | 135% |
Vitamina E | 4,3mg | 36% |
Niacina | 2,6mg | 16% |
Potassio | 1162mg | 58% |
Ferro | 2,7mg | 19% |
* La % si riferisce agli apporti necessari per un adulto medio (8400 kJ/ 2000 kcal). La tabella nutrizionale si riferisce al frutto disidratato. |
Bisogna approfittare delle albicocche quando sono nel pieno della loro produzione, perché la stagione è breve, dalla tarda primavera a fine luglio. Le albicocche secche, invece, sono disponibili tutto l'anno! Infatti, contengono la stessa quantità di vitamine e minerali. Il seme dell'albicocca, conosciuto come armellina, ha un retrogusto gradevolmente amarognolo, molto apprezzato in pasticceria come essenza e come ingrediente negli amaretti e per la produzione di sciroppi o liquori. In sostanza, le armelline sono mandorle amare che vengono abbinate alle mandorle dolci, per renderne più intenso il gusto. Le albicocche fresche possono essere essiccate, per diventare uno snack veloce. Oppure, possono essere sciroppate o trasformate in succhi, gelatine o marmellata. Il gusto leggermente acidulo delle albicocche le rende perfette anche per accostamenti salati, specialmente come salse di accompagnamento per carni rosse e bianche.
Oggi l'albicocca è uno dei frutti estivi più diffusi e amati, soprattutto dai bambini, per la sua dolcezza e per la facilità con cui si può mangiare. Quello che sembra un frutto comune e che spesso diamo per scontato ha origini antichissime. Le prime tracce dell'albicocco, conosciuto scientificamente come Prunus armeniaca o Armeniaca vulgaris, risalgono a circa 4000 anni fa e sono state trovate nella Cina nordorientale, al confine con la Russia.
L'albicocco era molto amato dai popoli antichi. Dall'Asia, si diffuse lentamente fino ad arrivare in Armenia, dove fu scoperto dal conquistatore macedone Alessandro Magno, durante le sue guerre contro i Persiani. Successivamente, l'albicocca fu riscoperta dai Romani, che la introdussero in Italia e in Grecia con il nome di armeniacum, per sottolinearne l'origine. Grazie agli Arabi, il frutto si diffuse in tutto il Mediterraneo.
Attualmente, l’albicocco è coltivato soprattutto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come l'Italia, la Francia, la Spagna, la Grecia e la Turchia. In Italia, le principali regioni di produzione delle albicocche sono la Campania, l’Emilia Romagna, la Basilicata, la Sicilia e il Piemonte.
L'albicocco appartiene alla stessa famiglia delle rose, proprio come la ciliegia, la pesca e la prugna. Ecco perché i suoi fiori sono così belli! Il frutto è riconoscibile dal caratteristico colore giallo-arancio, spesso sfumato nei toni del rosa e del rosso. La buccia è vellutata ed il seme assomiglia alla mandorla.
LA STORIA DEL NOME
Come l'albero e il frutto, anche il nome dell'albicocca ha una lunga storia. Il termine italiano albicocca deriva dallo spagnolo albaricoque. Stessa origine anche per il nome con cui l'albicocca è conosciuta in Francia e Inghilterra, apricot. Il termine spagnolo sembra derivare dall'arabo barqūq, a sua volta derivato, attraverso il greco bizantino, dal latino præcoquum, precoce. L'albicocca è infatti un frutto che si sviluppa prima degli altri, fin dalla tarda primavera.
Dalla stessa radice nasce anche il termine apricottare, un termine tecnico dell'arte della pasticceria con cui si indica l'azione di spennellare la superficie di una torta di gelatina di albicocche prima di glassarla. Pensate alla Sacher: prima di ricoprirla di ganache al cioccolato viene spennellata da un sottile strato di gelatina di albicocca.
LA FESTA DELLE ALBICOCCHE SECCHE
Nelle isole Baleari, a Maiorca, la città di Porreres ha le condizioni ideali per la coltivazione dell'albicocco, tanto da diventare rinomata a livello mondiale per la sua coltivazione. I suoi artigiani producono albicocche secche esportate in tutto il mondo. La città ama così tanto questo prezioso frutto che a giugno ne festeggiano l’arrivo con una gran festa, durante la quale sono organizzate competizioni per la degustazione della confettura, una rassegna gastronomica e un concorso di gelati, il tutto ovviamente imperniato sulla celebrazione dell'albicocca.